LEGGERE INSIEME PER CRESCERE INSIEME
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“Leggere, cantare, recitare, in una parola, mediare tra il mondo
psichico di un bimbo e la cultura circostante significa sperimentare una
delle grandi gioie della vita. Grazie a questa operazione, possiamo presentare
a chi vivrà dopo di noi elementi di cose che per noi sono profondamente
importanti: ovvero, partecipiamo alla trasmissione della cultura da una
generazione all’altra. Al tempo stesso, l’impegno che sto qui
perorando ci coinvolge anche sul piano più intimamente personale:
significa riaprire noi stessi al palpito di vecchi bisogni e antiche ferite.
Significa rivisitare spazi interiori che pensavamo di esserci lasciati
alle spalle e in cui rivediamo, sotto una luce sfocata, alcune fra le prime
determinanti della nostra vita immaginativa. Tali rivisitazioni, quando
va bene, possono dare un senso più profondo a quella vita, e alla
vita dei nostri figli. Ma in ogni caso il processo deve inevitabilmente
stimolarci. Forse, se sappiamo coltivare una flessibile mistura di vigore
morale e sensibilità, anche noi potremo crescere accanto ai nostri
bambini.”
(E.Handler Spitz, LIBRI CON LE FIGURE, Mondadori, Infanzie,
2001) |
La decisione di leggere con un bambino fin dal giorno in cui entra a far parte
della nostra vita dovrebbe essere vissuta in termini di grande opportunità:
non solo per il bambino in questione e non solo in vista dei benefici che egli
ne trarrà, ma per l’adulto stesso. Entrare nel mondo dei libri per
bambini, per chi non ha avuto la possibilità personale o professionale
di farne parte, è fonte di sorpresa, di meraviglia e di crescita. E a
beneficiarne in gran parte sono proprio quegli adulti che per ragioni diverse
si sono allontanati dalla lettura e trovano difficile o faticoso il riavvicinarsi.
I libri per bambini, e in specie i migliori tra essi, hanno sempre qualcosa da
dire anche agli adulti. Scriveva il poeta W.H.Auden che “esistono buoni
libri scritti esclusivamente per gli adulti giacché, per comprenderli
appieno è necessario possedere quell’esperienza di vita che solo
con gli anni si acquisisce. Non esistono, però, buoni libri scritti esclusivamente
per i bambini.” La necessaria semplificazione delle trame e del linguaggio
non equivale (non dovrebbe mai equivalere) a una banalizzazione. Un bel libro,
pensato e creato per un bambino, è (o dovrebbe essere) un piccolo prodigio
di invenzione, di fantasia, di ironia e di umorismo.
La dimestichezza, la famigliarità con un buon numero di autori e di collane
fa crescere molto rapidamente nell’adulto una capacità critica e
rende via via più consapevole la proposta ai bambini. Ciò che il
genitore inesperto deve necessariamente fare è decidere di tuffarsi in
questo mare di proposte sconosciute, badando a non affidarsi solo ai ricordi
di libri letti nella propria infanzia o ad accontentarsi di consigli poco qualificati.
L’opportunità migliore per lasciarsi avvincere dalla bellezza, dalla
varietà e dall’importanza dell’editoria per ragazzi dovrebbe
essere offerta dalle biblioteche pubbliche che dedicano ai bambini e ai ragazzi
spazi sempre più accoglienti. In alternativa (o in parallelo) le librerie
specializzate che sulla scia di quella di Milano (aperta con atto di grande coraggio
da Roberto Denti più di trent’anni fa) e quella di Torino, di pochi
anni più giovane, stanno crescendo di numero un po’ in tutt’Italia.
Si raccolgono, nelle pagine che seguono, gli scritti e gli appunti relativi
alla valenza pedagogica e relazionale dell’oralità sia che si
esplichi attraverso la lettura ad alta voce o attraverso il racconto. Com’è intuibile,
leggere e raccontare costituiscono due modalità comunicative profondamente
diverse e ciascuna ha le proprie regole e le proprie valenze. Entrambe però,
concorrono a far crescere nell’ascoltatore l’interesse per una
comunicazione di tipo narrativo e l’amore per la parola, in tutta la
sua potenzialità espressiva.
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